CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA
E INQUADRAMENTO CLIMATICO
Substrato geologico: MARNE DI SANT’AGATA FOSSILI LAMINATE in transizione su MARNE DI SANT’AGATA SABBIOSE; Età 8,5 milioni di anni (TORTONIANO).
I vigneti si estendono nella parte più alta e nella zona intermedia della menzione. Qui le Marne risultano intercalate da frequenti strati sabbiosi, che aumentano spostandosi verso la dorsale che termina con la Frazione Annunziata. Il cru è quindi differenziato in due areali: la parte più alta maggiormente marnosa e quella medio-bassa più sabbiosa.
Suolo: BIANCO, FRANCO-ARGILLOSO, CALCAREO, GIOVANE.
Il suolo manifesta la combinazione di marne e sabbie, col risultato di mantenere una elevata componente argillosa ereditata dalla marna, e una frazione sabbiosa in quantità significativa. Di conseguenza il terreno esprime una spiccata capacità di trattenere acqua e contemporaneamente è dotato di sofficità e areazione grazie alla sabbia. Il colore è chiaro, indice di terreno piuttosto giovane che non ha risentito di molta evoluzione. La profondità è bassa, dovuta alle condizioni di versante che non concedono elevati accumuli di terreno. La dotazione di nutrienti è piuttosto buona e non richiede particolari concimazioni se non un mantenimento della sostanza organica.
Clima e inquadramento topografico: esposizione SUD; quota 300 – 380 m slm; pendenza 22% circa.
Le vigne sono distribuite nell’ampio versante che dalla Morra scende verso la frazione Annunziata. Frontalmente alle Rocche si estende la dorsale che accoglie le Brunate la quale crea una protezione dai venti più forti. La combinazione di questa caratteristica con la quota intermedia e l’esposizione soleggiata genera un microclima del tutto particolare, difficilmente riscontrabile altrove nella zona del Barolo. La vite si trova quindi inserita in un ecosistema d’eccezione, connotato da un suolo capace di conservare umidità e ben areato, e da un microclima caldo e moderatamente ventilato. Lo sviluppo di conseguenza si mostra estremamente regolare a partire dal germogliamento fino alla maturazione. Quest’ultima fase poi è quella che maggiormente beneficia della fortunata combinazione suolo-clima con un decorso lento e molto regolare.
A cura di Edmondo Bonelli, naturalista